La Regola dell'Ordine Francescano Secolare risale al poverello di Assisi, il protagonista dei fioretti, che Dante Alighieri dice tutto serafico in ardore e la cui vita viene narrata in modo stupendo nelle Fonti Francescane.
Le norme raccolte nella Regola tracciano una forma di vita riconosciuta e raccomandata nel 1978 da Papa Paolo VI. I fratelli e le sorelle che si impegnano a viverla, lo fanno mediante un atto pubblico nella chiesa, la professione, che ha valore per tutto il resto della vita.
L'Ordine francescano Secolare o Terz'Ordine Francescano, come forma di vita ecclesiale, comporta una consacrazione stabile e personale, e la Fraternità da esso costituita si mette a disposizione dei pastori della Chiesa per proiettare nella secolarità il carisma francescano.
La prima parte della Regola contiene la forma di vita evangelica che San Francesco dettò nel 1221 per i terziari del suo tempo. Egli li chiamò fratelli e sorelle della penitenza. Il dettato del santo, come si potrà vedere, mantiene un'attualità e una forma carismatica straordinarie.
La seconda parte espone, in ventisei brevi paragrafi, dei suggerimenti di vita che, tenendo conto degli insegnamenti del concilio Vaticano II, indicano quale debba essere la formazione dei francescani secolari e quali debbano essere le forme di apostolato e le condizioni di vita fraterna dell'Ordine.
Chi desidera vivere il S. Vangelo e rispondere a una vocazione specifica e riconosciuta dalla Chiesa pur restando nel mondo, chiede di essere ammesso all'ordine Francescano secolare. Non si esagera affermando che la vita in fraternità porta una sostegno validissimo sia all'opera della nostra santificazione, sia a quella del nostro impegno apostolico.
Dal punto di vista personale e sociale la vita di coppia può ricavare dall'appartenenza all'Ordine luce e forza per la sua missione.
A chi legge questa regola auguriamo di tutto cuore di trovare in essa l'incontro con il Cristo, che sta cercando.
Lettera dei Quattro Ministri Generali della Famiglia Francescana
ai Fratelli e Sorelle dell'Ordine Francescano Secolare, in occasione della consegna della Regola, approvata per loro dalla Santa Sede.
Abbiamo la gioia di comunicarvi che la Santa Sede, mediante la lettera apostolica "- Seraphicus Patriarcha -", datata 24 giugno 1978, "-sub anulo piscatoris-", ha approvato la Regola rinnovata dell'Ordine Francescano Secolare, che abroga e sostituisce la precedente di Papa Leone XIII. E' al Papa Paolo VI che dobbiamo questo splendido dono, poco prima che lasciasse questa terra. Egli vi amava. Più volte, infatti, aveva manifestato il suo amore verso l'Ordine Francescano Secolare ed aveva rivolto a voi parole indimenticabili, come nel giugno 1968 e nel 1971, in occasione del 750ø anniversario del "-Memoriale propositi".
L'iter percorso dall'anno 1966, data 7 marzo, cioè da quando la Sacra Congregazione per i religiosi concesse la facoltà di iniziare l'aggiornamento della legislazione dell'Ordine Francescano Secolare, è stato lungo e laborioso. Vogliamo sottolineare il lavoro dei fratelli e delle Fraternità, sia mediante le varie forme di vita, way, way of life, od itinerari, sia mediante l'indefesso lavoro della Presidenza del Consiglio internazionale, dopo l'istituzione di esso, nell'anno 1973. Tale lavoro è stato di capitale importanza nella ricerca delle vie dello Spirito ed efficacissimo per avvertire la presenza e la vitalità del carisma francescano nel popolo di Dio, ai nostri giorni. La Regola che oggi vi presentiamo non è soltanto il frutto di questi lavori. La Chiesa ve la consegna come norma di vita.
La priorità della vostra attenzione corra verso il contenuto evangelico, accogliendo il messaggio francescano che essa porta e la guida che vi offre per vivere secondo il Santo Vangelo. Uno dei cardini dell'auspicato rinnovamento è il ritorno alle origini, alla esperienza spirituale di Francesco d Assisi e dei fratelli e delle sorelle della penitenza, che ricevettero da lui ispirazione e guida. Tale proposito viene suggerito datl'inserzione come prologo della "-Lettera ai fedeli-" (recensio prior) , nonché dai costanti riferimenti alla dottrina ed all'esempio di San Francesco. Un altro cardine è l'attenzione allo Spirito nei segni dei tempi.
Appoggiati a questi due cardini, dovete mettere in pratica l'invito della regola alla creatività e all' esercizio della corresponsabilità. Questa creatività, in alcuni casi, dovrà esprimersi in forma di statuti. Infatti il n 3 dice come norma generale: "l'applicazione sarà fatta dalle Costituzioni Generali e da Statuti particolari" Noi, ministri francescani, con tutti i nostri frati abbiamo l'animo pronto ed aperto ad offrirvi tutta l ássistenza per camminare assieme a voi nelle vie del Signore. Con questi sentimenti ci è gradito consegnare la Regola rinnovata dell'Ordine Francescano Secolare alla Presidenza del Consiglio Internazionale OFS e, tramite essa, a tutti i francescani secolari, che la riceveranno come norma e vita.
Fr. Costantino Koser Min. Gen. OFM Fr. Vitale M. Bommarco Min. Gen. OFM Conv. Fr. Pasquale Rywalski Min. Gen. OFM Cap. Fr. Rolando Faley Min. Gen. T.O.R.
Lettera apostolica di approvazione
PAOLO PAPA VI ad perpetuam rei memoriamIl serafico Patriarca San Francesco d Assisi, mentre era in vita ed anche dopo la sua preziosa morte, ha invogliato molti a servire Dio in seno alla famiglia religiosa da lui fondata, ma ha attirato anche innumerevoli laici ad entrare nelle sue istituzioni rimanendo nel mondo, per quanto era loro possibile. Difatti, per servici delle parole del nostro Predecessore Pio XI, "sembra... non esservi stato mai alcuno in cui brillasse più viva e più somigliante l'immagine di Gesù Cristo e la forma evangelica di vita che in Francesco. Pertanto egli che si era chiamato l'Araldo del Gran Re, giustamente fu salutato quale un altro Gesù Cristo per essersi presentato ai contemporanei e ai secoli futuri quasi Cristo redivivo, dal che seguì che, come tale, egli vive tuttora agli occhi degli uomini e continuerà a vivere per tutte le generazioni avvenire" (Encicl. "-Rite expiatis-" 30 aprile 1926; AAS, 18 [1926] p. 154). Noi siamo lieti che il "-carisma francescano-" ancora oggi vigoreggi per il bene della Chiesa e della comunità umana, nonostante il serpeggiare di dottrine accomodanti e la crescita di tendenze che allontanano gli uomini da Dio e dalle cose soprannaturali.
Con lodevole impegno e con una comune azione le quattro Famiglie Francescane per un decennio hanno studiato per elaborare una nuova Regola del Terz'Ordine Francescano Secolare o, come ora viene chiamato, Ordine Francescano Secolare. Ciò è sembrato necessario sia per le mutate condizioni dei tempi, sia per le disposizioni e gli incoraggiamenti dati in proposito dal Concilio Ecumenico Vaticano II.
Perciò i diletti figli, i quattro Ministri Generali degli Ordini Francescani ci hanno rivolto la istanza perché approvassimo la Regola in tal modo preparata. E noi, seguendo l'esempio di alcuni Nostri Predecessori, ultimo dei quali Leone XIII, volentieri abbiamo deciso di accondiscendere alle suppliche. In tal modo Noi, nutrendo fiducia che la forma di vita predicata da quel mirabile Uomo d'Assisi riceverà un nuovo impulso e fiorirà con vigore, dopo aver consultato la Sacra Congregazione per i Religiosi e gli Istituti Secolari, che ha esaminato con diligenza il testo presentato, avendo tutto ponderato attentamente, con sciente e matura deliberazione, approviamo e confermiamo, con la Nostra Apostolica autorità per mezzo di queste Lettere, la Regola dell'Ordine Francescano Secolare, e vi annettiamo la forza della sanzione apostolica, purché concordi con l'esemplare che si conserva nell'archivio della Sacra Congregazione per i religiosi e gl'Istituti Secolari, di cui le prime parole sono "-Inter spirituales familias-", le ultime "-ad normam Constitutionum, petenda".
Con la presente Lettera e con la Nostra autorità abroghiamo la precedente Regola di quello che era chiamato Terz'Ordine Francescano Secolare. E stabiliamo che queste Lettere restino ferme e raggiungano il loro scopo ora e nell'avvenire nonostante qualsiasi cosa in contrario
Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l'anello del Pescatore, il 24 giugno 1978, anno 16ø del Nostro pontificato.
Prologo
ESORTAZIONE DI SAN FRANCESCO AI FRATELLI E ALLE SORELLE DELLA PENITENZA
Nel nome del Signore!
Di quelli che fanno penitenza
Tutti coloro che amano il Signore con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la mente, con tutta la loro forza (cf. Mc 12,30) ed amano il loro prossimo come se stessi (cf. Mt 22,39), ed odiano il proprio corpo con i suoi vizi e peccati, e ricevono il corpo ed il sangue del Signore nostro Gesù Cristo, e fanno degni frutti di penitenza: quanto mai sono felici questi e queste, facendo tali cose e perseverando in esse, perché su di esse riposerà lo spirito del Signore (cf. Is 11,2) e stabilirà in essi la sua abitazione e la sua dimora (cf. Gv 14,23), e sono figli del Padre celeste, di cui fanno le opere, e sono sposi, fratelli e madri del nostro Signore Gesù Cristo (cf. Mt 12,50). Siamo sposi quando con il vincolo dello Spirito Santo l'anima fedele si congiunge al nostro Signore Gesù Cristo. Gli siamo f fratelli, quando facciamo la volontà del Padre che è nei cieli (Mt 12,50). Madri, quando lo portiamo nel nostro cuore e nel nostro corpo (cf. 1 Cor 6,20) per virtù dell'amor di Dio e di pura e sincera coscienza; lo partoriamo con le opere sante, che debbono illuminare gli altri con l'esempio (cf. Mt 5,16). O come è cosa gloriosa, avere un Padre santo e grande nei cieli! O come è cosa santa, avere un tale sposo, paraclito, bello e ammirabile! O come è cosa santa e come è cosa amabile, possedere un tale fratello ed un tale figlio, piacevolissimo, umile, pacifico, dolce, amabile e sopra tutte le cose desiderabile: il Signore nostro Gesù Cristo, che diede la sua vita per le pecore (cf. Gv 10,15) e pregò il Padre dicendo: Padre santo, conserva nel tuo nome (Gv 17,11) quelli che mi hai dato nel mondo; erano tuoi e tu li hai dati a me (Gv 17,6). E le parole che hai dato a me, io le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute ed hanno creduto veramente che io sono uscito da te ed hanno conosciuto che tu mi hai inviato (Gv 17,8). Prego per essi e non per il mondo (cf. Gv 17,9). Benedicili e santificali (Gv 17,17) e per essi io santifico me stesso (Gv 17,19). Non prego solo per essi, ma anche per quanti crederanno in me per la loro parola (Gv 13,20) affinché siano santificati nella unità (cf. Gv 17,23) come noi (Gv 17,11). E voglio, o Padre, che, dove sono io, siano anch'essi con me, perché possano vedere la mia gloria (Gv 17,24) nel tuo regno (Mt 20,21). Amen.
Di quelli che non fanno penitenza
Tutti quelli e quelle, che non fanno penitenza, e non ricevono il corpo ed il sangue del nostro Signore Gesù Cristo, e vivono nei vizi e peccati e camminano dietro alta prava concupiscenza ed alle cattive brame della loro carne, e non osservano quanto promisero al Signore, e servono col corpo al mondo, ai desideri carnali ed alle sollecitudini del secolo ed agli affari di questa vita: schiavi del diavolo, di cui sono figli e di cui fanno le opere (cf. Gv 8,41), sono ciechi, perché non riconoscono la vera luce, il Signore nostro Gesù Cristo. Non possiedono la sapienza spirituale, perché non possiedono il Figlio di Dio che è la vera sapienza del Padre, dei quali è scritto: La loro sapienza è stata divorata (Sal 106,27); e: Maledetti coloro che si allontanano dai tuoi comandamenti (Sal 118,21). Vedono e lo riconoscono, sanno di fare il male e lo fanno e così consapevolmente mandano in rovina la loro anima. Aprite gli occhi, o ciechi, ingannati dai vostri nemici: dalla carne, dal mondo e dal diavolo; poiché è cosa dolce per il corpo commettere il peccato e gli è cosa amara farlo servire a Dio; poiché tutti i vizi ed i peccati escono dal cuore degli uomini e da lì procedono, come dice il Signore net Vangelo (cf. Mc 7, 21). E così non avete niente di buono in questo mondo e non ne avrete per il futuro. E pensate di possedere a lungo le cose vane di quaggiù, ma vi fate imbrogliare, poiché verrà un giorno ed un'ora, che non pensate, che non conoscete e che ignorate; s'ammala il corpo, s'avvicina la morte e così l'uomo muore di una morte amara. E dovunque, in qualsiasi tempo e modo l'uomo muoia in peccato mortale senza penitenza e soddisfazione, se può soddisfare e non soddisfa, allora il diavolo rapisce la sua anima dal suo corpo con tanta angustia e tribolazione, che nessuno può immaginare, tranne colui che ciò subisce. E saranno loro tolti (cf. Lc 8,18; Mc 4,25) tutti i talenti ed il potere e la scienza e la sapienza (2Par 1,12), che credevano di possedere. E lasciano tutto ai parenti ed agli amici e dopo che essi si sono tolti e divisi i suoi beni soggiungono: Maledetta sia l'anima sua, poiché avrebbe potuto darci di più e guadagnare di più di quanto non abbia guadagnato. I vermi (intanto) divorano il corpo, e così hanno mandato alla malora il corpo e l'anima nel breve periodo di tempo di questo mondo, e se ne andranno all'inferno, ove saranno tormentati all'infinito. Per la carità che è Dio (cf. 1 Gv 4,16), preghiamo tutti coloro, ai quali giungerà questa lettera, di ricevere benignamente per amore di Dio queste olezzanti parole del nostro Signore Gesù Cristo, come sopra riferite. E quanti non sanno leggere, se le facciano leggere spesso; e le conservino presso di sé mettendole santamente in pratica sino alla fine, perché sono spirito e vita (Gv 6,64). E coloro che non faranno ciò, saranno tenuti a rendere conto nel giorno del giudizio (cf. Mt 12,36) davanti al tribunale del nostro Signore Gesù Cristo (cf. Rm 14,10).
Dato a Roma, presso San Pietro, sotto l'anello del Pescatore, il 24 giugno 1978, anno 16ø del Nostro pontificato.Capitolo I
L'ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
1. Tra le famiglie spirituali, suscitate dallo Spirito Santo nella Chiesa [1], quella Francescana riunisce tutti quei membri del Popolo di Dio, laici, religiosi e sacerdoti, che si riconoscono chiamati alla sequela di Cristo, sulle orme di S. Francesco d'Assisi. In modi e forme diverse, ma in comunione vitale reciproca, essi intendono rendere presente il carisma del comune Serafico Padre nella vita e nella missione della Chiesa [2].
2. In seno a detta famiglia, ha una sua specifica collocazione l'Ordine Francescano Secolare. Questo si configura come un'unione organica di tutte le fraternità cattoliche sparse nel mondo e aperte ad ogni ceto di fedeli, nelle quali i fratelli e le sorelle, spinti dallo Spirito a raggiungere la perfezione della carità nel proprio stato secolare, con la Professione si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di S. Francesco e mediante questa Regola autenticata dalla Chiesa [3].
3. La presente Regola, dopo il Memoriale propositi (1221) e dopo le Regole approvate dai Sommi Pontefici Nicolò IV e Leone XIII, adatta l'Ordine Francescano Secolare alle esigenze ed attese della santa Chiesa nelle mutate condizioni dei tempi. La sua interpretazione spetta alla Santa Sede e l'applicazione sarà fatta dalle Costituzioni Generali e da Statuti particolari.
Capitolo II
LA FORMA DI VITA
4. La regola e la vita dei francescani secolari è questa: osservare il vangelo di nostro Signore Gesù Cristo secondo l'esempio di S. Francesco d'Assisi, il quale del Cristo fece l'ispiratore e il centro della sua vita con Dio e con gli uomini [4]. Cristo, dono dell'Amore del Padre, è la via a Lui, è la verità nella quale lo Spirito Santo ci introduce, è la vita che Egli è venuto a dare in sovrabbondanza.
5. I francescani secolari si impegnino, inoltre, ad una assidua lettura del Vangelo, passando dal Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo [5]. I francescani secolari, quindi, ricerchino la persona vivente e operante di Cristo nei fratelli, nella sacra Scrittura, nella Chiesa e nelle azioni liturgiche. La fede di S. Francesco che dettò queste parole: "-Niente altro vedo corporalmente in questo mondo dello stesso altissimo Figlio di Dio se non il suo santissimo Corpo e il santissimo Sangue-" sia per essi l'ispirazione e l'orientamento della loro vita eucaristica.
6. Sepolti e resuscitati con Cristo nel Battesimo che li rende membri vivi della Chiesa, e ad essa più fortemente vincolati per la Professione, si facciano testimoni e strumenti della sua missione tra gli uomini, annunciando Cristo con la vita e con la parola. Ispirati a S. Francesco e con lui chiamati a ricostruire la Chiesa, si impegnino a vivere in piena comunione con il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti in un fiducioso e aperto dialogo di creatività apostolica [6].
7. Quali "-fratelli e sorelle della penitenza-" [7], in virtù della loro vocazione, sospinti dalla dinamica del Vangelo, conformino il loro modo di pensare e di agire a quello di Cristo mediante un radicale mutamento interiore che lo stesso Vangelo designa con il nome di "-conversione-", la quale, per la umana fragilità, deve essere attuata ogni giorno. In questo cammino di rinnovamento il sacramento della Riconciliazione è segno privilegiato della misericordia del Padre e sorgente di grazia [8].
8. Come Gesù fu il vero adoratore del Padre, così facciano della preghiera e della contemplazione l'anima del proprio essere e del proprio operare [9]. Partecipino alla vita sacramentale della Chiesa, soprattutto all'Eucaristia, e si associno alla preghiera liturgica in una delle forme della Chiesa stessa proposte, rivivendo così i misteri della vita di Cristo.
9. La Vergine Maria, umile serva del Signore, disponibile alla sua parola e a tutti i suoi appelli, fu circondata da Francesco di indicibile amore e fu designata Protettrice e Avvocata della sua famiglia [10]. I francescani secolari testimonino a Lei il loro ardente amore, con l'imitazione della sua incondizionata disponibilità e nella effusione di una fiduciosa e cosciente preghiera.
10. Unendosi all'obbedienza redentrice di Gesù, che depose la sua volontà in quella del Padre, adempiano fedelmente agli impegni propri della condizione di ciascuno nelle diverse circostanze della vita [11], e seguano Cristo, povero e crocifisso, testimoniandolo anche fra le difficoltà e le persecuzioni.
11. Cristo, fiducioso nel Padre, scelse per Sé e per la Madre sua una vita povera e umile [12], pur nell'apprezzamento attento e amoroso delle realtà create; così, i francescani secolari cerchino nel distacco e nell'uso una giusta relazione ai beni terreni, semplificando le proprie materiali esigenze; siano consapevoli, poi, di essere, secondo il Vangelo, amministratori dei beni ricevuti a favore dei figli di Dio. Così, nello spirito delle "-Beatitudini-", s'adoperino a purificare il cuore da ogni tendenza e cupidigia di possesso e di dominio, quali "-pellegrini e forestieri-" in cammino verso la Casa del Padre [13].
12. Testimoni dei beni futuri e impegnati nella vocazione abbracciata all'acquisto della purità di cuore, si renderanno così liberi all'amore di Dio e dei fratelli [14].
13. Come il Padre vede in ogni uomo i lineamenti del suo Figlio, Primogenito di una moltitudine di fratelli [15], i francescani secolari accolgano tutti gli uomini con animo umile e cortese, come dono del Signore e immagine di Cristo. Il senso di fraternità li renderà lieti di mettersi alla pari di tutti gli uomini, specialmente dei più piccoli, per i quali si sforzeranno di creare condizioni di vita degne di creature redente da Cristo [16].
14. Chiamati, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, a costruire un mondo più fraterno ed evangelico per la realizzazione del Regno di Dio, consapevoli che "-chiunque segue Cristo, Uomo perfetto, si fa lui pure più uomo-", esercitino con competenza le proprie responsabilità nello spirito cristiano di servizio [17].
15. Siano presenti con la testimonianza della propria vita umana ed anche con iniziative coraggiose tanto individuali che comunitarie, nella promozione della giustizia, ed in particolare nel campo della vita pubblica impegnandosi in scelte concrete e coerenti alla loro fede [18].
16. Reputino il lavoro come dono e come partecipazione alla creazione, redenzione e servizio della comunità umana [19].
17. Nella loro famiglia vivano lo spirito francescano di pace, fedeltà e rispetto della vita, sforzandosi di farne il segno di un mondo già rinnovato in Cristo [20]. I coniugati in particolare, vivendo le grazie del matrimonio, testimonino nel mondo l'amore di Cristo per la sua Chiesa. Con una educazione cristiana semplice ed aperta, attenti alla vocazione di ciascuno, camminino gioiosamente con i propri figli nel loro itinerario umano e spirituale [21].
18. Abbiano inoltre rispetto per le altre creature, animate e inanimate, che "- dell'Altissimo portano significazione-" [22], e si sforzino di passare dalla tentazione di sfruttamento al francescano concetto di fratellanza universale.
19. Quali portatori di pace e memori che essa va costruita continuamente, ricerchino le vie dell'unità e delle fraterne intese, attraverso il dialogo, fiduciosi nella presenza del germe divino che è nell'uomo e nella potenza trasformatrice dell'amore e del perdono [23]. Messaggeri di perfetta letizia, in ogni circostanza, si sforzino di portare agli altri la gioia e la speranza [24]. Innestati alla Risurrezione di Cristo, la quale dà il vero significato a Sorella Morte, tendano con serenità all'incontro definitivo con il Padre [25].
Capitolo III
LA VITA IN FRATERNITA'
20. L'Ordine Francescano Secolare si articola in fraternità a vari livelli: locale, regionale, nazionale e internazionale. Esse hanno singolarmente la propria personalità morale nella Chiesa [26]. Queste fraternità di vario livello sono tra di loro coordinate e collegate a norma di questa Regola e delle Costituzioni.
21. Nei diversi livelli, ogni fraternità è animata e guidata da un consiglio e un Ministro (o Presidente), che vengono eletti dai Professi in base alle Costituzioni [27]. Il loro servizio, che è temporaneo, è impegno di disponibilità e di responsabilità verso i singoli e verso i gruppi. Le fraternità al loro interno si strutturano, a norma delle Costituzioni, diversamente secondo i vari bisogni dei loro membri e delle loro regioni, sotto la guida del Consiglio rispettivo.
22. La fraternità locale ha bisogno di essere canonicamente eretta, e così diventa la cellula prima di tutto l'Ordine e un segno visibile della Chiesa, comunità di amore. Essa dovrà essere l'ambiente privilegiato per sviluppare il senso ecclesiale e la vocazione francescana, nonché per animare la vita apostolica dei suoi membri [28].
23. Le domande di ammissione all'Ordine Francescano Secolare vengono presentate ad una fraternità locale, il cui Consiglio decide l'accettazione dei nuovi fratelli [29]. L'inserimento si realizza mediante un tempo di iniziazione, un tempo di formazione di almeno un anno e la Professione della Regola [30]. A tale sequenza di sviluppi è impegnata tutta la fraternità anche nel suo modo di vivere. Riguardo all'età per la Professione e al segno francescano distintivo, ci si regoli secondo gli Statuti. La Professione è di per sé un impegno perpetuo [31]. I membri che si trovino in difficoltà particolari, cureranno di trattare i loro problemi con il Consiglio in fraterno dialogo. Il ritiro o la definitiva dimissione dall'Ordine, se proprio necessaria, è atto di competenza del Consiglio di Fraternità, a norma delle Costituzioni.[32]
24. Per incrementare la comunione tra i membri, il Consiglio organizzi adunanze periodiche ed incontri frequenti, anche con altri gruppi francescani, specialmente giovanili, adottando i mezzi più appropriati per una crescita di vita francescana ed ecclesiale, stimolando ognuno alla vita di fraternità [33]. Una tale comunione prosegue con i fratelli defunti con l'offerta di suffragi per le loro anime.
25. Per le spese occorrenti alla vita della Fraternità e per quelle necessarie alle opere di culto, di apostolato e di carità, tutti i fratelli e le sorelle offrano un contributo commisurato alle proprie possibilità. Sia poi cura delle fraternità locali di contribuire alle spese dei Consigli delle fraternità di grado superiore [34].
26. In segno concreto di comunione e di corresponsabilità, i Consigli ai diversi livelli, secondo le Costituzioni, chiederanno religiosi idonei e preparati per l'assistenza spirituale ai Superiori delle quattro Famiglie religiose francescane, alle quali da secoli è collegata la Fraternità Secolare. Per favorire la fedeltà al carisma e la osservanza della Regola e per avere maggiori aiuti nella vita di fraternità il ministro o presidente, d'accordo con il Consiglio, sia sollecito nel chiedere periodicamente la visita pastorale ai competenti Superiori religiosi [35] e la visita fraterna ai responsabili di livello superiore, secondo le Costituzioni. "-E chiunque osserverà queste cose sia ricolmo in cieto delta benedizione dell'Altissimo Padre e in terra sia ripieno della benedizione del Figlio suo diletto con il Santissimo Spirito Paraclito...-". (Benedizione di S. Francesco).
1. Lumen Gentium 43.
2. Apostolicam Actuositatem, 4,8
3. Can. 702,1 [314]
4. 1Cel 18. 115.
5. Apostolicam Actuositatem30, 8
6. Paolo VI, 19.5.1971, Discorso ai Terziari, III
7. Memoriale propositi.
8. Presbyterorum ordinis 18,2.
9. Apost. Actuositatem, 4, 1-3.
10. 2Cel, 198.
11. Lumen Gentium, 41.
12. Lettera a tutti i fedeli, 5.
13. Rm 8, 17; Lumen Gentium, 7, 5.
14. Ammonizioni, 16; 1 Lettera a tutti i fedeli, 69
15. Rm 8,29.
16. Regola n.b. 9,3; Mt 25,40.
17. Lumen Gentium, 31; Gaudium et spes, 93.
18. Apostolicam Actuositatem, 14.
19. Gaudium et spes, 67, 2; Regola n.b., 7, 4; b., 5, 2.
20. Regola Leone XIII, 11, 8.
21. Lumen Gentium, 41, 5; Apostolicam Actuositatem, 30, 2. 3.
22. 1Cel 80; Cantico delle Creature, 4.
23. Regola Leone XIII, II, 9; Tre Compagni, 14, 58.
24. Ammonizioni, 21; Regola n.b. , 7, 17:
25. Gaudium et spes, 78, 1-2.
26. Can. 687 [309].
27. Can. 697 [309].
28. Pio XII, 1.7.1956, Discorso ai Terziari, 3.
29. Can. 694 [307].
30. Momoriale, 29-30.
31. Memoriale, 31.
32. Can. 696 [308].
33. Can. 697 [309].
34. Memoriale, 20.
35. Regola di Nicolò IV, cap. 16.